Era mio Padre

26.07.2019

Genere: Drammatico

Era mio Padre è uno di quei film che si è riluttanti a vedere, un po' perchè si teme che sia pesante e un po' perchè si ha paura di annoiarsi. E invece credetemi, questo sarà il film migliore della vostra settimana, indipendentemente da ciò che avete guardato i giorni scorsi.

Mike Sullivan (Tom Hanks), sposato e padre di due figli di nome Paul e Michael lavora come gangster per il boss John Rooney (Paul Newman) e suo figlio Connor Rooney (Daniel Craig). Michael, sensibile, attento e soprattutto curioso di scoprire quale sia il vero lavoro del padre, una sera decide di seguire lui e Connor in una delle loro missioni. Michael finisce per assistere all'esecuzione di un uomo ed è ormai un pericoloso testimone oculare. Nonostante suo padre assicuri alla gang di Rooney che Mike non aprirà bocca Connor decide di eliminare lui e il resto della famiglia, facendosi aiutare da un assassino (Jude Law). Mike e il figlio Michael sono quindi costretti a scappare e a studiare un piano per poter sopravvivere.

Colonna sonora perfetta. Cast eccezionale. Interpretazioni strabilianti. Se a tutto questo uniamo una trama allo stesso tempo semplice e meravigliosa e un finale a sorpresa di un'originalità unica facciamo di Era mio Padre uno di quei film indimenticabili. Non una pecca, non un secondo di noia durante la visione. Sono piuttosto altre emozioni quali sollievo, tensione, preoccupazione, commozione, stima e affetto quelle che si rimescolano nella nostra anima quando guardiamo questo film. C'è anche da dire, però, che senza gli attori giusti nulla fa faville, tantomeno Era mio Padre.

Tom Hanks (che rivediamo in C'è posta per Te, Sully, Cast Away...) ha dato prova della sua immensa bravura nell'impersonare un gangster degli anni Trenta e un uomo pieno di responsabilità, braccato da più lati e dal sangue freddo che nonostante ciò riesce ad essere amorevole con la sua famiglia.

Paul Newman ha invece fatto la sua ultima apparizione cinematografica proprio con questo film e possiamo dire che la sua è stata un'uscita con stile. Anche se le sue parti erano poche, nelle scene in cui era presente dominava lo schermo e faceva apparire tutta la sua esperienza decennale nella perfetta interpretazione di un boss della malavita tormentato dai doveri che non gli lasciano fare ciò che il suo cuore detta.

E che dire di Jude Law! L'ho visto per la prima volta in L'Amore non va in Vacanza e mi ha sorpresa poi in King Arthur-il potere della spada, dove si è visto il suo potenziale nell'impersonare la malvagità. In questo film, però, ha superato sé stesso. Sorprendentemente giovane è riuscito a farci provare terrore per il killer psicopatico mandato ad uccidere Mike, un terrore irrazionale ma profondo, quasi inspiegabile. Il suo ruolo di margine non gli impedisce però di rimanere sempre presente anche quando non lo si vede e, proprio come un fantasma, resta nei pensieri di chi guarda accompagnato dalla paura di vederlo riapparire.


Mi sento di consigliare a chiunque questo film, soprattutto ai più critici: riusciranno ad apprezzarne meglio la assoluta perfezione.

Sophie McMartin

Sophie McMartin
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