Il Nome della Rosa

10.08.2019

Miniserie Televisiva, Giallo, Mistero

Adattamento dell'omonimo e famoso romanzo di Umberto Eco, questa serie è un qualcosa di indescrivibilmente poetico.

Guglielmo da Baskerville (John Turturro) è un frate francescano che raggiunge un'abbazia benedettina insieme al suo novizio Adso (Damian Hardung) per partecipare a una disputa tra domenicani e francescani in merito alla povertà nella chiesa, per niente ben accetta nel 1327. Arrivati sul posto Guglielmo e Adso si trovano coinvolti in una catena di morti misteriose che sembrano seguire lo schema delle trombe dell'apocalisse.

Nonostante il primo episodio sia abbastanza soporifero, il resto è pura magnificenza. La storia, di per sé già originale, è resa perfettamente nelle riprese, che la rendono più interessante e piacevole da scoprire. 

Ho finito questa serie ieri, e vi posso assicurare che me la sono divorata. Composta da otto episodi della durata circa di settanta minuti ciascuno è relativamente breve, eppure riesce a rapire l'attenzione dello spettatore e a catapultarlo negli ambienti, finemente studiati e storicamente accuratissimi. Sugli episodi aleggia sempre un alone di mistero che fa stare sulle spine e a volte provoca preoccupazione e ansia. Eppure, quando l'episodio finisce e ci prendiamo una pausa dalla TV, ciò che ci rimane è una meravigliosa sensazione di pace, ordine, tranquillità, data da dei piccoli particolari della serie. In quasi ogni episodio, infatti, possiamo osservare lo stile di vita di un tempo, impariamo gli usi e i costumi dei monaci e ascoltiamo le differenze e le eleganze del linguaggio parlato del tempo.

Il mistero delle morti, interessante e subdolo, contribuisce a farci venire voglia di guardare un altro episodio. Cosa più importante, gli omicidi non sono fondamentali per la trama ma sono ben inseriti in un contesto storico e in una storia (la disputa tra francescani e domenicani) già di per sé completa, fatto che rende Il Nome della Rosa ancora più armonica.

I personaggi, poi, sono tanti e per la maggior parte sono monaci del convento benedettino. Eppure, dopo i primi episodi nei quali ci sentiamo disorientati dai tanti nomi diversi, riusciamo a capire il carattere di ognuno di loro. I personaggi principali sono anche stati dotati di un passato che li ha resi ciò che sono, spiegato attraverso flashback coincisi ed efficaci che svelano poco a poco ogni volta fino a darci il quadro completo della storia verso la fine.

Il Nome della Rosa è una serie italiana del 2019 che ha avuto enorme successo in tutto il mondo, e vi assicuro che merita e vale la pena guardarla. Non pensate però di trovarvi davanti a qualcosa di accelerato e pieno di azione come le serie americane più moderne: questo è un giallo ambientato nel 1327 in un'abbazia, perciò ridimensionate le vostre aspettative e rallentate il vostro ritmo interiore: solo così potrete assaporare ogni particolare di questo capolavoro.

Sophie McMartin

Sophie McMartin
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