Source Code

04.08.2019

Genere: Thriller

Source Code è un thriller brillante, cerebrale e innovativo. Mai banale, non cade nelle solite acque ferme del genere, tipicamente americano, e per questo è da apprezzare.

Il capitano Colter Stevens (Jake Gyllenhaal) si risveglia su un treno, incapace di ricordare perché e quando ci sia salito. La ragazza di fronte a lui, Christina (Michelle Monaghan) lo chiama Sean  e gli parla come se lo conoscesse da una vita. Poi un'esplosione dilania il mezzo e Colter si risveglia in una capsula a lui sconosciuta nella quale un ufficiale di nome Goodwin gli comunica la sua missione. Il treno è stato vittima di un attentato e ce ne sarà un altro a breve nel centro di Chicago che ucciderà migliaia di persone. Colter deve entrare nel source code, una sorta di simulazione che poi solo quello non è, e scoprire il nome dell'attentatore per evitare un disastro su larga scala. Avrà solo otto minuti, dopodiché sarà catapultato di nuovo nella misteriosa capsula e rispedito nella simulazione. Comincia così la corsa contro il tempo di Colter nel tentativo di scovare l'attentatore e scoprire cosa lo abbia portato nel source code.


Il film parte subito perfettamente con il risveglio del protagonista sul treno, catapultando lo spettatore nell'azione e riempiendolo di curiosità e domande che verranno puntualmente soddisfatte durante lo svolgimento della storia. Il resto è stupore, mistero e meraviglia.

Non è uno di quei classici thriller (prendo come esempio Mission Impossible, che non riesco a farmi piacere neanche sforzandomi) che strabordano di sparatorie, inseguimenti e pestaggi tra il ritrovamento di un indizio e l'altro. Source Code è molto più armonico e privo della solita azione che porta l'adrenalina del povero spettatore a livelli esorbitanti. E' un thriller principalmente mentale che nonostante ciò interessa, rapisce e mantiene l'attenzione dello spettatore al massimo fino alla fine. 

Altra curiosa caratteristica del film è che si focalizza interamente sul protagonista lasciando pochissimo spazio al resto. Se da un lato è logico che sia così visto che è Colter a rendere il procedere degli eventi possibile, dall'altro dona alla trama un altro elemento originale che manca nella maggior parte dei thriller o dei film drammatici nei quali al protagonista affiancano sempre uno o più aiutanti che hanno parti rilevanti nella trama.

Merito di buona parte della riuscita di Source Code, osannato dalla critica di tutto il mondo, va senza dubbio al cast. Composto da soli quattro elementi rilevanti nella storia, di cui uno è il protagonista, riesce comunque a dominare la trama, non annoiando nonostante i pochi punti di vista. La maestria e il talento di Jake Gyllenhaal, nome che leggerete più volte nelle mie analisi vista la sua abilità nel recitare nei ruoli più disparati sempre spiccando in qualsiasi trama, riescono a farci provare ogni emozione che sperimenta Colter fin dai primi fotogrammi del film, rendendo la visione ancora più interessante.


Non è facile definire il momento perfetto nel quale fiondarsi all'interno di Source Code in quanto può essere guardato in ogni situazione. La cosa certa è, però, che gli va dedicata tutta la vostra attenzione. Non guardatelo se avete troppi pensieri per la testa o se siete svogliati o arrabbiati. Prendetevi il tempo per concentrarvi sui dettagli, sui personaggi, sugli sguardi e sul concetto di source code: solo così potrete apprezzare appieno ogni risvolto di questo film come ho fatto io.

Sophie McMartin


Sophie McMartin
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